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FRANZISKUS VON PAOLA ALLA “CORTE” DI GERMANIA
Il Santo Taumaturgo paolano in terra tedesca grazie a un’originale
iniziativa editoriale - Il 2 aprile 2007 escirà il volume di uno
scrittore-viaggiatore innamorato della Calabria
di Assunta SCORPINITI
“EIN EUROPÄER AUS
KALABRIEN”, tradotto letteralmente vuol dire: «Un europeo
dalla Calabria», ed è l’espressione con cui lo scrittore-naturalista
tedesco Thomas Raiser presenta ai suoi connazionali Francesco di Paola,
anzi, Franziskus von Paola, insieme al nostro paesaggio naturale, storico-artistico
e umano. Per il prossimo 2 aprile, festa del Patrono della Calabria, è,
infatti, prevista l’uscita del suo libro, che già nel titolo,
«Ein Europaer aus Kalabrien. Biographisch-spirituell-touristischer
Wegbegleiter auf den Spuren des Franziskus von Paola» (Un europeo
calabrese. Percorso biografico, spirituale e turistico sulle tracce di
San Francesco di Paola), rivela gli obiettivi di un ambizioso disegno
promozionale e culturale, pensato dall’autore e pienamente condiviso
dal titolare della casa editrice Progetto
2000, Demetrio Guzzardi: far conoscere San Francesco e la sua spiritualità
e predisporre un itinerario letterario nei luoghi calabresi (Paola e il
Tirreno; Paterno, Spezzano e la Sila; Corigliano e lo Jonio…) che
lo hanno accolto, nell’opera di diffusione del suo messaggio. «È
stata una bella novità, curare l’edizione di un libro scritto
da un tedesco per i tedeschi, partecipando con un amico alla realizzazione
di un progetto importante» – commenta Guzzardi, facendo emergere
la passione per il mestiere e un tratto distintivo della sua attività:
il rapporto di fiducia e amicizia che, nella costruzione di un libro,
unisce autore ed editore; particolarmente utile, in questo caso, poichè
si è trattato di avere a che fare, oltre che con un’altra
lingua e diversi canoni
comunicativi, anche con una differente mentalità. Spiega, infatti,
Thomas Raiser: «La figura semplice di Francesco è lontana
dal modello tedesco di modernità ed efficienza, e anche l’idea
del taumaturgo non è molto considerata in Germania»; l’allusione
è agli influssi luterani nella cultura religiosa del suo Paese,
di fronte ai quali lo scrittore, anche «per vincere le resistenze»,
pone l’immagine del Santo e il suo intenso racconto. C’è,
inoltre, il fatto che molti tedeschi non sembrano pronti a comprendere
il senso del legame di tanti emigrati con i santi della loro terra e,
nel caso dei nostri corregionali, con San Francesco di Paola, Patrono
di Calabria e della gente di mare, invocato contro le malattie del corpo
e dell’anima. Da qui, dunque, l’impegno teso a promuovere
l’incontro dei compatrioti con il Santo e i suoi luoghi, assunto
con determinazione dall’intraprendente scrittore, che, zaino in
spalla e in perfetta tenuta da esploratore, ama percorrere in lungo e
largo il nostro territorio regionale, intrattenendosi con la gente dei
paesi e interessandosi alla cultura, agli aspetti naturalistici e alle
espressioni della spiritualità.
IN VIAGGIO PER STIMARE LA FEDE E LA CULTURA DEL POPOLO DI CALABRIA
Tutto, per Thomas Raiser, è iniziato una decina d’anni fa
nella sua città, Fellbach, un centro industriale di 12 mila abitanti
alle porte di Stoccarda, dove, fra 2.500 immigrati italiani, vivono quasi
1.300 calabresi. Tra questi, più di 600 provengono dalla zona di
Cariati (CS), e Raiser, che è un teologo e referente pastorale,
ovvero primo collaboratore del sacerdote, li ha incontrati nella sua parrocchia
intitolata a San Giovanni Evangelista, nel cui ambito essi sono attivi
ed impegnati. «L’interesse per il territorio calabrese –
spiega lo scrittore - e in particolare per quello della Sila Greca, il
primo che ho visitato, è nato da un bisogno pastorale: lavorando
anche come docente di religione presso la hauptschule, la scuola pubblica,
frequentata al 70% da alunni italiani, e dal contatto con le famiglie,
ho capito che gli italiani del Sud danno molta importanza al ricordo dei
loro paesi, alle tradizioni, ai legami parentali». Così,
ha voluto conoscere il loro cuore, capire la loro storia, ma anche stimare
la cultura e la fede d’origine, che, per il referente pastorale
sono valori da mantenere, per evitare l’assimilazione, cioè
la perdita dell’identità originaria, conseguente al totale
adattamento alla cultura del paese ospitante; del resto è la Chiesa
tedesca, incamminata sulla scia delle nuove scienze sociali, a valutare
le differenze come occasioni d’incontro e di arricchimento culturale
tra i popoli. Delle bellezze incontaminate della Sila, Raiser aveva sempre
sentito parlare, ma il primo, forte richiamo gli è giunto ammirando
opere pittoriche di alcuni emigrati-artisti, in una rassegna organizzata
dal circolo calabrese di Fellbach: «Immergendomi in quei paesaggi,
nella nostalgia di quei colori, mi è venuto il desiderio di capire
il motivo del grande attaccamento alle radici da parte degli italiani
che vivono in Germania…».
I PERCORSI NELLA SILA GRECA…
L’occasione gli è stata offerta, nel giugno 2001, da un’iniziativa
di gemellaggio tra la sua parrocchia e quella di “Cristo Re”
di Cariati, rinnovata, nell’anno successivo, a maggio, nella ricorrenza
la festa patronale di San Cataldo: «Sono rimasto colpito dalla ricchezza
della fede del popolo calabrese e dalle espressioni della spiritualità
bizantina che ho trovato nella zona di Rossano», racconta, nel rievocare
la lunga serie di viaggi susseguiti e vissuti con l’affascinante
modalità dell’intellettuale che sceglie l’avventura
solitaria, per scoprire, conoscere, sentire, amare. «Sono tornato
più volte – spiega Raiser - perché preferisco avvicinarmi
lentamente. Amo ricercare le tracce dei monaci nelle grotte, sui sentieri,
nel paesaggio che sento con i piedi, attraverso i segni che lasciano sulle
gambe le spine e gli sterpi; mi piace ristorarmi alla caldezza del mezzogiorno
in campagna, godere della frescura del bosco, dissetarmi all’acqua
delle sorgenti, gustare il sapore acerbo delle more di rovo…».
Ma anche vivere un’importante esperienza umana: «È
molto bella l’ospitalità delle famiglie, la generosità
taciturna dei contadini, la cordialità dei pastori e dei lavoratori
forestali; mi invitano a mangiare con loro, e a parlare dei luoghi, della
vegetazione, del clima, delle tradizioni del lavoro…». Il
referente pastorale ricorda con particolare entusiasmo l’itinerario
di 15 chilometri, compiuto nell’autunno dello stesso anno da Rossano
all’eremo bizantino di Sant’Onofrio, immerso in una splendida
macchia mediterranea circondata di specchi d’acqua: «Era la
chiesa della transumanza, mi è piaciuto fare come i monaci, restando
solo con la natura di quel bellissimo ambiente collinare»; un’emozione
rinnovata andando dalla Chiesa di Santa Maria del Patire (monastero basiliano
normanno), fino all’area montana del Cozzo del Pesco, con i suoi
giganteschi castagni: «Discendendo, ho visto tanti voli d’uccelli,
sentito il profumo della menta e del finocchio selvatico, della pianta
di liquirizia, che cresce in abbondanza…». Nella primavera
successiva, raggiungendo Mirto Crosia, ha toccato i territori di Caloveto,
Pietrapaola, Mandatoriccio, Scala Coeli. «È impressionante
la semplicità del paesaggio, che fino a 600 metri è di ulivi
e rocce; rispecchia il carattere tenace e generoso, ma riservato, delle
famiglie calabresi che ho conosciuto a Fellbach». Varie le impressioni
sui paesi: «Alcuni, come il borgo di Pietrapaola, o la frazione
San Morello di Scala Coeli sono spopolati, danno un senso d’abbandono;
i centri costieri sono più vitali, ma c’è ancora molto
da fare per il loro sviluppo, un tema di cui ho parlato con amministratori
locali ed operatori economici per conoscere l’impegno e le prospettive,
soprattutto nel settore turistico». Nel novembre 2004 ha percorso
ancora il territorio di Rossano da Santa Maria delle Grazie, per la Valle
Colognati, fino a Monte Paleparto, e visitato Longobucco; a Pentecoste
ha portato un gruppo turistico di connazionali che, da Cariati, dove soggiornavano,
hanno raggiunto Santa Severina, Cosenza e il suo circondario. Nel settembre
2005 Thomas Raiser è arrivato in Calabria portando con sé
la moglie Uta (i quattro figli sono rimasti in Germania), per un tour
iniziato, come sempre, da Cariati, suo luogo di riferimento nel territorio
della Sila Greca, il cui centro storico, «a dieci minuti a piedi
dal mare, con il profumo della sua storia, e, sulla terrazza della cinta
muraria, il gelato più buono dell’intero circondario, ti
fa gustare il cuore della Calabria jonica». In treno hanno raggiunto
Mirto Crosia, quindi, in pullman, Longobucco, per immergersi nello splendido
paesaggio naturale: «Mi piace il bosco feroce; amo le valli, i torrenti,
le rocce e, più di tutto, la terra bruciata della Sila Greca…».
Nel centro montano si è fermato alcuni giorni «per studiare
la storia e le piccole storie del paese», attingendo alle pubblicazioni
di autori locali, o ai racconti delle famiglie. Le escursioni sono state
«sul sentiero delle vecchie miniere d’argento, lungo il torrente
Manna; un percorso facile da camminare, che meriterebbe di essere conosciuto
e valorizzato; è attrezzato con aree adatte a gustare il paesaggio
e a fare pic-nic». Poi, il ritorno a Longobucco, piuttosto difficoltoso,
«attraverso la valle del torrente Macrocioli e su, per il sentiero,
accanto alle stalle delle capre e suini». Com’è sua
abitudine, ha partecipato alla vita sociale di quella comunità,
intervenendo in un’assemblea nella piazza del mercato, in occasione
del cinquantesimo anniversario della biblioteca comunale. «Per me
– dichiara il viaggiatore tedesco – è un piacere ascoltare
i rappresentanti della Provincia, della Regione, quando sviluppano la
loro splendida visione della futura Calabria; l’improvvisazione
italiana è, anche a suo parere uno svantaggio economico, ma è
un valore stimato dai tedeschi. «È paradossale: è
stata la povertà a conservare i valori umani come l’ospitalità,
la semplicità, il senso religioso». L’ultimo tragitto
sulla costa jonica, nella primavera del 2006, tra Crucoli, Cirò
e Cirò Marina, dove, tra l’altro, ha raggiunto alcuni cirotani
rimpatriati dopo molti anni di emigrazione a Waiblingen, sua attuale sede
del lavoro pastorale, presso la Missione Cattolica Italiana, dopo il trasferimento
dalla parrocchia di Fellbach, avvenuto due anni fa.
…E, NEL PASSAGGIO SUL TIRRENO, IL LIBRO SU FRANCESCO DI PAOLA
Come i viaggiatori stranieri che tra il Settecento e i primi del Novecento,
giunsero in Calabria, attratti dal fascino antico, quanto selvaggio e
misterioso, di una regione ancora inesplorata, Thomas Raiser, ha annotato,
durante i suoi viaggi, dati, impressioni, notizie sui percorsi, curiosità,
che ha poi raccolti in un volume dedicato alla Sila Greca, pubblicato
per le Edition semplicità in forma di guida-itinerario; il titolo
è «Sila Greca-Sila Jonica, Ein Reisehandbuch-Kalabrien»
e presenta un’analisi storica, culturale, gastronomica e delle bellezze
paesaggistiche del territorio ricadente nei comuni di Bocchigliero, Caloveto,
Calopezzati, Terravecchia, Campana, Cropalati, Crosia, Mandatoriccio,
Longobucco, Paludi, Pietrapaola, Scala Coeli, Cariati e Rossano, uniti
anche da un aspetto importante della loro storia sociale: la massiccia
emigrazione che, dalla fine degli anni cinquanta, ha portato tanti abitanti
nella patria di Thomas Raiser, scrittore-naturalista tedesco che ama profondamente
la Calabria (ha anche allestito il sito internet www.silagreca.de).
Tutta l’esperienza, ha posto lo scrittore-naturalista all’attenzione
dell’istituto culturale Universitas Vivariensis che ogni anno assegna
il Premio Cassiodoro, a personalità «che operano in Calabria
e per la Calabria, distinguendosi nella ricerca e nell'elaborazione culturale,
economica e sociale». L’ultima edizione, svoltasi nella città
di Paola, sul tema Emigrazione, immigrazione e conoscenza di altri mondi,
ha avuto Raiser tra i vincitori più accalamati, prescelto per aver
mostrato, nella sua esperienza, che il viaggio, la mobilità, il
senso dell’andare, aprono gli orizzonti, fanno conoscere nuove realtà
e producono rapporti e amicizie, arricchendo sempre la persona. Non poteva
che essere memorabile, per lo scrittore tedesco, la data del 4 agosto
2006, in cui si è svolta la cerimonia di premiazione; oltre che
per il riconoscimento ricevuto, fondamentali sono state le amicizie allacciate
nell’occasione e una sorta di folgorazione avuta visitando la città
di San Francesco: «Mi ha ispirato a scrivere e tradurre per la mia
gente un libro su questo grande Santo che, partendo dal Sud dell’Italia,
lasciò la sua impronta di modernità nelle principali corti
europee ed oggi è amato in tutto il mondo e, in particolare, dai
suoi figli di Calabria».
L’opera, che non ha ancora visto la luce, già raccoglie consensi
e suscita attesa ed entusiasmo; basti un esempio: Giancarlo Perani, dirigente
dell’Assessorato al Turismo della Regione Calabria, che ha dimostrato
di credere molto in questo progetto culturale e promozionale, ha predisposto
l’acquisto di un congruo numero di copie da distribuire in Germania,
dopo la presentazione, in anteprima, a Monaco di Baviera e in altre importanti
città tedesche. Per la casa editrice Progetto 2000, che quest’anno
celebra il 20° anniversario della fondazione, è un’esperienza
esaltante e un ulteriore, importante traguardo. Tra l’altro, questo
di Raiser è il quarto libro pubblicato dalla casa editrice cosentina
sul Patrono della Calabria, dopo quelli di Pino Giuliana («Sulle
tracce di San Francesco di Paola. Il più grande santo taumaturgo»),
di Mario Mazzuca Mari («La Bibbia parla di Francesco da Paola»),
di Michele Bartelli («San Francesco di Paola alla corte dei re di
Francia»). E altri due ce ne sono in preparazione, su alcuni aspetti
penitenziali di San Francesco e su quelli più sociali del suo magistero,
curati rispettivamente, da padre Giuseppe Fiorini Morosini e da Filippo
D’Andrea.
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